Il
poeta lamenta di non possedere diplomi e lauree, ma con le sue composizioni
dimostra che la poesia è stato dell'animo, non certo l'esito dei titoli
accademici che si possiedono. È capacità di leggere il mondo e se stessi
attraverso la riflessione e di esprimerlo attraverso la parola-suono. L'istinto
alla bellezza, alla musica e, in generale, all'arte nasce nel profondo, è
taglio genetico, si direbbe oggi.
Paolo
Buscemi possiede la prerogativa di porsi domande su se stesso e su ciò che lo
circonda e di saper esprimere il risultato dell'indagine in maniera
appropriata: insomma è nel profondo un poeta.
I
temi toccati sono quelli degli affetti, della quotidianità, spesso grave,
narrata talora anche con una vena d'ironia, del sentimento religioso, i quali
si ritrovano sia nei versi in lingua nazionale che in quelli dialettali, ma non
tralascia considerazioni più generali sul senso della vita e la fugacità del
tempo, che fanno venire in mente Lorenzo dei Medici
la vita vola come per incanto
svanisce presto la beltà dall’ora
e della gioventù resta il rimpianto.
Non
leggiamo poesia ingenua, soprattutto dal punto di vista linguistico. Basta
scorrere i versi per trovare lemmi di caratura assolutamente letteraria, che
provano di sicuro il tempo dedicato dal poeta a un'educazione, se non
scolastica, personale alla lettura e all'elevazione di sé.
Colpisce
il franco sentimento nei riguardi della
donna, che non è misoginia, ma convinzione che la separazione dei ruoli
assicura il bene della società. Per questo, tuttavia, basta collocare il poeta
nella storia. Molte acque dovevano passare sotto i ponti prima che persino le
donne prendessero consapevolezza di sé e delle proprie ragioni.
Fortuna
Della Porta