martedì 5 novembre 2013



                                                   Il ciclo del mandorlo

Ancora di gennaio
pensoso l’osservai.
Multiforme branche
tanti tristi sterpi
imploranti al cielo.
Sembrava voler dire
le mie future gemme
proteggili dal gelo.
Febbraio si addentrò.
Spettacolo!
Boccioli una miriade
il sole li destò.
S’aprirono ridenti
le  piccole corolle
a liberare il polline
che i frutti fecondò.
Poi lenti si sfiorirono
e mille e mille petali
bianchi come neve
col vento trastullandosi
per l’aria mulinarono
e lievi come fiocchi
l’accolse madre terra.
Sbocciarono le foglie
di folto manto verde
ampio si vestì.
Il frutticino crebbe
il calice squarciando.
E crebbe ancora crebbe,
al fine venne agosto
e si maturò.
Il mallo molto tenero
si apre facilmente
la mandorla mostrando
legnosa e tanto dura,
ma in seno suo preserva
l’assai gustoso seme.
Sotto l’esperta mano
dell’abile dolciere
esce un dolce raro
fra tutti i dolci è il Re.
Il prelibato frutto
Gradito è in ogni tavola
pure in regale mensa.
Pianta generosa
dono della natura.

Avola 1978
Paolo Buscemi